Benvenuti su Associazione64

Mi presento, sono Giovanni Bernardo, Gianni per gli amici. Sono un appassionato di programmazione (soprattutto programmazione embedded, C per Picmicro in prevalenza). La passione per il computer e soprattutto per il retrocomputing e retrogaming l’ho sempre avuta, ma non voglio dilungarmi, chi già conosce il mio blog settorezero sa bene di cosa parlo. Colleziono computer anni ’80 da un bel po’ e questi, insieme alla musica e ai grandiosi film degli anni ’80, diciamo che costituiscono la mia personale macchina del tempo.

Un giorno mi arriva per posta un Amstrad CPC464, lo ripulisco per bene come faccio di solito.

E’ difatti mia abitudine non accendere mai uno di questi computer appena mi arriva, ma li smonto dapprima, ripulendoli ben bene, smonto i tasti della tastiera uno ad uno, verifico che sul PCB sia tutto ok, lucido tutto il lucidabile, poi rimonto e accendo.

Per farla breve, si presenta in laboratorio Matthia, il figlioletto di una mia amica. Matthia è un bambino molto curioso ed attento. Nota che ho tra le mani qualcosa che “somiglia ad un computer” ma “è strano” (parole sue).

Quel giorno postai la storia di questo avvenimento, in forma ironica, sul mio account facebook, per farci 4 risate tra amici di vecchia data. Ve lo riporto qui pari pari per farvi capire di cosa parlo:

Primo esperimento di retrogaming con soggetto umano.

Soggetto testato: Matthia, anni nove.
Timestamp:07-08-2012 ore 21:30.
Computer: Amstrad CPC464 (anno 1984)
Gioco : Boulder Dash (su nastro)

Note: avrei voluto usare il Commodore64, ma questo Amstrad l’ho sistemato da poco e ce l’avevo più a portata di mano. Rimedierò col secondo esperimento (spero).

Primo impatto: Il soggetto non riconosce né la cassetta nè il Joystick ma capisce che si trova di fronte ad un computer grazie alla forma della tastiera. Matthia Rimane meravigliato del fatto che questo apparecchio si colleghi ad una TV (se è un computer perchè non ha il monitor?).

Gli spiego quindi cos’è una “cassetta” e che i giochi vanno “caricati”. Durante il tempo di caricamento Matthia mi parla del fratello maggiore che dopo solo due minuti di attesa sul pc si innervosisce e lo spegne, quindi passa a risconoscere apertamente che 25/30 anni fa avevamo certamente più pazienza. Questo ragionamento da un bambino di 9 anni non me lo sarei mai aspettato, per cui è lui a sorprendere me in questo frangente.

Il caricamento del gioco termina, gli spiego quindi come funziona. Boulder Dash era un classico quando io avevo la sua età. Matthia si lascia prendere totalmente e non vuole più smettere di giocare (c’era da aspettarselo dopotutto). Dopo un po’ estraggo la cassetta: Matthia rimane meravigliato e dice “ma come, il gioco continua a funzionare anche se quella cosa l’hai tolta?“.

Qui non posso nascondere di avere avuto un tumulto di orgoglio nel petto.

Dopo un po’ che gioca gli chiedo quindi se il gioco gli piace e mi risponde in una maniera davvero molto significativa: “I disegni sono un poco brutti, ma non riesco ad andare avanti e ci devo riuscire!”. Si fa quindi vivo un concetto che sostengo da una vita: la giocabilità vera dei giochi anni ’80 contro quelli odierni, fatti di milioni di poligoni che oramai nulla più lasciano all’immaginazione.

Diciamoci la verità: i giochi per me sono belli nel momento in cui ti danno la possibilità di fantasticare, di inventare, di creare. Quando sei di fronte a qualcosa di “finito”, che non lascia più spazio all’inventiva… che gioco è?

Matthia è ancora di la che gioca mentre io annoto i risultati dell’esperimento. Non ho idea di come scollarlo: lo devo riportare alla madre!

La cosa ovviamente è risultata simpatica a molti miei amici, ma soprattutto a mia moglie, alla quale va il merito di avere avuto l’idea di fondare questa Associazione, soprattutto per i bambini e per i nostalgici della bella era che fu. E’ chiaro che il nome dell’Associazione non poteva fare a meno di rendere omaggio al Commodore64, mio grande amico di infanzia, che mi ha avviato nella passione per la programmazione e per i microprocessori.

L’Associazione è nata anche perchè qui al Sud (siamo della provincia di Caserta) tematiche come il retrogaming e il retrocomputing non sono molto sentite e non ci sono quasi mai avvenimenti e iniziative a tema. Per cui speriamo, con Associazione 64, di fare qualcosa di buono e molto semplice: insegnare ai bambini di oggi a sognare come si faceva un tempo, quando erano le persone a fare la differenza con le loro abilità e non le macchine.

Siamo appena nati, per cui non possiamo vantare di numerose macchine d’epoca, ma abbiamo tanta volontà e speriamo nell’aiuto di altre persone e di nomi più grandi di noi che ci aiutino a portare avanti questo progetto.

Abbiamo una pagina facebook nella quale sto inserendo man mano le foto delle macchine con il nome di chi ce le ha donate. Se avete vecchi computer, non buttateli: potreste far felice qualcuno con davvero poco. Fate riferimento alla pagina donazioni se volete contribuire.

Cordialmente,
Gianni Bernardo

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